Dataflow: Madaski & Motor

Dataflow: Madaski & Motor

Da: lastampa.itDataflow: quando musica, immagini e flussi di dati si fanno spettacolo

Giovedì a Torino va in scena l’esplorazione tecnoteatrale di Madaski e Motor 

Se quella contemporanea è una società liquida, ad avvolgerci non è tanto un mare d’acqua quanto un flusso di dati. Input, segnali, stimoli, rilevamenti, parametri, elaborazioni, entità dal moto incessante e dalla declinazione in fondo semplicissima: che appaiano come video, suoni o testi, in realtà non sono altro che un’infinita stringa di 0 e 1. Il mondo digitale, quello in cui siamo immersi, può essere immaginato in questo modo. Ma come può essere rappresentato su un palcoscenico? Come può essere raccontato e sonorizzato dalla musica?

Una risposta, firmata Madaski & Motor, andrà in scena giovedì sera a Torino, a Hiroshima Mon Amour, con la prima dello spettacolo Dataflow. Un progetto rigorosamente multimediale, per usare un termine degli anni ’90 (transmediale, se ne preferite uno degli Anni Zero), nel quale si (con)fonderanno immagini video, raggi infrarossi, note in libera uscita, pianoforti e macchine, uomini e computer. Il caos, insomma. O meglio, il Flusso.

“Io arrivo dai video digitali”, racconta Motor, un lavoro “vero” nell’industria aeronautica ed esperienze artistiche che lo hanno visto tra l’altro coinvolto nell’avventura futurista dell’Orchestra Meccanica Marinetti. “Lavoro nell’ambito del codice, scrivo codice. Quando vedo una macchina, mi chiedo quanto c’è di umano in lei per capire quanto sei umano tu che la usi. Le tecnologie definiscono la nostra identità, da sempre, è attraverso loro che leggiamo la vita: nel 1700, la società veniva immaginata come un grande orologio perché l’orologeria era la tecnologia più avanzata. Oggi ragioniamo per reti, perché le reti sono le più avanzate”.

“Le mie caratteristiche musicali, in un progetto come Dataflow, sono quelle che esulano dal trentennale matrimonio artistico con Bunna e gli Africa Unite”, replica Madaski. “Sono intrise di tecnologia, usata per produrre suoni spigolosi, dove a incontrarsi sono il dub e la musica industriale. E’ un discorso che non può non tener conto di tutto ciò che la rivoluzione dei dati sta significando per la musica: la generazione elettronica, lo sviluppo della rete, la democratizzazione del processo produttivo. C’è chi dice che Internet ha distrutto la musica. No, semmai ha distrutto il prodotto musicale. I software oggi sono alla portata di tutti, gli stessi hardware non costano come un tempo: chiunque, a differenza che in passato, può creare musica con le macchine”.

Nell’intenzione dei due artisti, in Dataflow rivivremo l’eterno dilemma, l’eterna dialettica, l’eterna sfida tra uomo e macchina, tra naturale e artificiale, tra sentimento e ragione, tra conquista digitale e resistenza analogica. “Sul palco comanderò la musica da un computer, ma suonerò anche un pianoforte”, dice Madaski. “Io lavorerò su macchine interattive, in tempo reale”, risponde Motor. “Una versione modificata della Kinect (la telecamera delle piattaforme XBox di Microsoft, ndr) seguirà i movimenti sul palco. Tre grandi schermi proietteranno video. Alla mia immagine si sovrapporranno le news provenienti live da Internet: è il lato imprevedibile dello spettacolo, non possiamo sapere in anticipo cosa si vedrà”.

Le linee d’orizzonte e le fonti d’ispirazione di Dataflow sono immense, trasversali, non necessariamente digitali. Motor e Madaski citano il dubstep e i Nine Inch Nails, le visioni di Ballard e le città invisibili di Calvino, le paure atomiche di Fukushima e la vita in quelle cattedrali parareligiose del nostro tempo chiamate centri commerciali. Il flusso di dati si tinge di Grande Fratello (quello di Orwell, ma volendo anche quello televisivo), restituendo il respiro di un mondo catturato da una sorveglianza continua, 24 ore su 24.

Almeno, queste sono le intenzioni di partenza. Le idee-radici. La realtà si disvelerà solo giovedì sera, quando i primi 0 e 1 fuoriusciranno dall’esperienza in Hiroshima Mon Amour. Sebbene un cartellone ufficiale non esista ancora, il Dataflow dovrebbe poi replicarsi e rinnovarsi nei prossimi mesi in altre città, in prevalenza nel Nord Italia (Bologna, Milano…). E vista la sua natura strettamente legata agli universi digitali, Madaski conferma che il progetto avrà anche una presenza online, con la pubblicazione di frammenti video e la possibilità di interagire e remixare le tracce musicali.

October 24th, 2011