The Dub Sync – P.O.T. New Video

Back Stage P.O.T.

P.O.T. feat. Fabri Fibra – 4.00
(Francesco Caudullo / Paolo Baldini / Fabrizio Tarducci )

VIDEO:
Ago Panini

Perché avete scelto P.O.T. come singolo?

È il pezzo più ‘trasversale’ dell’album. Ha un sound molto personale, non identificabile con le varie categorie dub, dubstep e simili. In più, la voce di Fabri Fibra ne sposta ulteriormente il baricentro. Insomma, ci sembra di aver tirato fuori uno stile interessante e poco percorso. L’idea e la direzione del video sono di Ago Panini, regista che stimiamo moltissimo e con cui abbiamo collaborato più volte in passato.

L’album è stato ispirato dal vostro tour in Malesia dello scorso anno: in che modo?

Kuala Lumpur è una modernissima metropoli asiatica, dove si ascolta dubstep ma anche reggae e dub tradizionale. Creare in un ambiente diverso dal solito fornisce sempre stimoli particolari, ma aldilà del luogo sono le interazioni e i rapporti che si creano tra di noi che vanno a modificare e caratterizzare il sound. Quando hai la possibilità di stare in un posto nel quale passi, in un’ora di viaggio, dall’high tech alla giungla, questi input si moltiplicano.
In un secondo momento l’album è stato rifinito e prodotto da me e Paolo nei nostri rispettivi studi. La caratteristica principale di questa seconda fase è stata che non ci siamo mai incontrati, neanche per un’ora, ma abbiamo scambiato il materiale musicale online tenendo aperte le forme fino al mix definitivo, che ho curato poi io personalmente.

Qual è il vostro assetto sul palco?

Il live funziona con una struttura molto aperta. Io, tramite una scheda audio multichannel e un software (Logic 9), manipolo in tempo reale strutture e cutting, usando però mixer ed effettistica analogici. Il computer e il software diventano quindi surrogato tecnologico del vecchio nastro multi traccia, tutto viene dubbato “a mano”, come nella più rigorosa delle tradizioni, ma il sound è di natura elettronica. Le forme musicali, in questo modo, possono essere da me dilatate e improvvisate a piacere, mentre Paolo e Nico supportano e colorano le ritmiche.

Il dub nasce come soluzione sonora strettamente legata alla povertà di mezzi tecnici, ai limiti sfruttati come paletti, alla sottrazione. Come lo conciliate con le possibilità praticamente illimitate dell’elettronica attuale?

Usando appunto una situazione ibrida, sfruttando al massimo la tecnologia per creare il suono, ma affidandoci poi a un trattamento suonato e analogico nella rielaborazione dello stesso. Il dub è sostanzialmente una tecnica, e come tale può essere applicata e usata in varie forme e per varie forme.

July 3rd, 2012